Mestre – Una mostra dell’associazione cronometristi di Venezia (dal 15 marzo) espone gli strumenti di misurazione del tempo

Se il cronometro diventa protagonista

Cimeli e tecnologia. In mostra anche i blocchi di Berruti, appena ritrovati.

Un secondo può essere importante per vincere, ma un millesimo diventa decisivo. Lo sanno bene gli atleti ma anche i cronometristi, che catturano quegli attimi in cui l’uomo si trova a sfidare il tempo. E a misurarlo, fino al millesimo, appunto sono strumenti sempre più sofisticati: nel corso degli anni si è passati dal ”cipollone”- cosi era detto il cronometro manuale – al Finish-link, utilizzato soprattutto nell`atletica leggera e nel pattinaggio, e al Transponder, usato nel mondo della Formula 1 e in tutti i circuiti motoristici.
Trasformazioni che segnano la storia della tecnologia e dello sport. Ecco perché per festeggiare i suoi 70 anni, l’Associazione cronometristi di Venezia, con il patrocinio della Regione del Veneto, ha pensato ad una mostra che raccoglie le apparecchiature per il cronometraggio degli ultimi 70 anni. Un’esposizione, illustrata dal presidente dell’Associazione cronometristi di Venezia Pino Berton, che farà tornare indietro nella memoria e rivivere alcune pagine epiche dello sport italiano e non. Come l’Olimpiade di Roma del ’60, attraverso l’esposizione del filo di lana dell’arrivo e dei blocchi di partenza che videro Livio Berruti vincere l’oro con il record del mondo sui 200 metri. E c’e un risvolto tutto mestrino in quei blocchi di partenza, che furono usati per la prima volta proprio a Roma ’60: li progettò e realizzò nel laboratorio dell‘istituto Pacinotti un professore mestrino.
Proprio qui, in un magazzino della scuola, sono stati ritrovati di recente, da un socio dell’Associazione cronometristi, dopo decenni di oblio.
La mostra “leri e oggi”,sponsorizzata dalla Cassa di Risparmio di Venezia, da Campello Motors e Microgate, sarà inaugurata il 15 marzo, ad ingresso libero, e rimarrà aperta fino al 19, con orari 8.30-13.30 e 14.45-16.55.
«Se non si parla dei cronometristi è un bene perché vuol dire che hanno svolto correttamente il loro lavoro» dice con ironia il vice presidente nazionale e presidente Panathlon mestrino Giorgio
Chinellato, sottolineando il lavoro degli oltre 500 cronometristi volontari che svolgono l‘attività con dedizione e professionalità, seguendo corsi di formazione e aggiornamento per tenersi sempre
informati. E i risultati di tanti anni di lavoro si vedono: Venezia ha le migliori apparecchiature d’Italia, senza dimenticare che quattro cronometristi hanno partecipato alle Olimpiadi di Cortina, Roma, e Atlanta. Quest’anno l’associazione, che prende anche il titolo di Federazione sportiva Paralimpica, preparerà le valigie per i Mondiali di Sci. «Passione e condivisione» sono due possibili risposte date alla domanda: cosa spinge a fare questa attività? In fondo come spiega il vicepresidente Panathlon Venezia, Giuseppe Zambon: «Panathlon è nato come legame tra le diverse discipline sportive». Oggi ha 261 club sparsi in tutto il mondo, di cui 166 solo in Italia, con lo scopo di unire quanti operano nella vita sportiva, promuovendo ricerche sui problemi e rapporti con la società, con la consapevolezza che lo sport può essere un elemento importante nell’educazione dei giovani.

Sara Rampazzo
Gente Veneta, n.10, 13 marzo 2010